sabato 29 giugno 2013

GIUGNO - I MESI DI PIETRO BAGNOLI

a cura di Anna Orsi


Idillio tratto da "POESIE VARIE" di Pietro Bagnoli, Can. Samminiatese, Prof. di Lettere Greche e Latine nella R. Università di Pisa, Antonio Canesi, Tomo I, Samminiato, 1833: I PRIMI SEI MESI DELL'ANNO - Idilli, pp. 181-183.


 La campagna sanminiatese nel mese di giugno
Foto di Francesco Fiumalbi



IL PRIMO
DI GIUGNO

I.
E omai scorsa la stagion dei fiori,
E già quella dei frutti succedea;
La bella Madre dei vezzosi Amori
Cedeva il loco all'Eleusina Dea.
Ove s'innamoràr Zefiro e Clori,
Già la fàcella nuziale ardea;
Posto ivi delle biade al Nume Santo
Le Ninfe avean quel delle nozze accanto.

II.
A lui sacraro il primo dì di Giugno.
Sopra l'ara campestre stando ritto
Il Simulacro colla teda in pugno,
Parea col labbro dir quel ch'era scritto
Nel piè dell'ara. “Io facilmente espugne
Un cor che sia di dolce amor trafitto.
Felice chi al mio giogo s'accompagna
Ove sia meco Cerere compagna”!

III.
Al Dio devota vittima amorosa
Silvia gentil quel primo dì festeggia,
Silvia ad Aminta destinata in sposa,
Ricco di campi, e di lanuta greggia,
Le donzelle compagne all'ubertosa
Messe n'andar, che a lievi venti ondeggia,
E colsero e intrecciar spica con spica,
Per farne un serto alla diletta amica.

IV.
Ancor tuo serto, o giovin Sposa, è verse,
Ancor lo cingon tenerelle spoglie,
Dolce color, che quando poi si perde,
La desiata messe si raccoglie.
Passa il fior dell'età, né si rinverde,
Vengono i frutti e cadono le foglie.
Il mese pria non finirà, che viste
Saranno d'oro biondeggiar l'ariste.

V.
La falce il mietitor fia che ripigli,
E che battute scotano il frumento
L'aride paglie, onde a'suoi tanti figli
Providenza dispensi l'alimento.
Tu presto avrai, che il genitor somigli
Un pargoletto, tuo primier contento;
Or sei la verde spica, oro or feconda
Il materno tuo sen sarai la bionda.

VI.
Imago è l'anno dell'umana vita,
Ogni stagione è una diversa estate
La giovinezza primavera imìta
Virilità la fervorosa estate,
Poi l'altre due. Voi deitade unita,
In una sede, oh! Come ben vi state!
Per te, santo Imeneo, la prole nasce,
Alma Cerer, per te si nutre e pasce.

VII.
Così dicendo una matrona onesta
Il crin della donzella incoronava,
E lei che avea già il verde serto in testa,
Vittima lieta all'ara dedicava:
Lode a te, dolce amica, e gioia e festa,
Il drappel delle Ninfe allor cantava,
A Voi sia gloria, o Dei congiunti, e Voi
Ah! concedete anco uno Sposo a Noi.

VIII.
Santo Imene, il tuo giogo è dolce e caro
Allor che di portarlo è la stagione,
Così le madri nostre lo portaro;
Or tocca a noi: sia ciò che il ciel dispone.
Cessato ch'ebber di cantar, baciaro
La dolce amica, e quindi alla magione
L'accompagnar. Così la schiera lieta
Celebrò il Mese, che al mezz'anno è metà.


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