mercoledì 26 luglio 2017

[VIDEO] LO SCOPRIMENTO DELL'ISCRIZIONE A MEMORIA DELLA BATTAGLIA DI CALENZANO DEL 23 LUGLIO 1944

a cura di Francesco Fiumalbi 

Indice del post
INTRODUZIONE
L'ISCRIZIONE 
IL VIDEO
LA BATTAGLIA DI CALENZANO - 23 LUGLIO 1944
UNA BATTAGLIA DECISIVA OPPURE NO?
FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

INTRODUZIONE
Domenica 23 luglio 2017 si è tenuta la cerimonia di scoprimento dell'iscrizione dedicata alla cosiddetta “Battaglia di Calenzano” presso la chiesa di Santa Lucia, nell'ambito delle iniziative promosse dall'Amministrazione Comunale per commemorare la Liberazione di San Miniato, coincisa con l'arrivo in città degli Alleati (24 luglio 1944).

Un momento della cerimonia di scoprimento dell'iscrizione
Foto di Francesco Fiumalbi

L'ISCRIZIONE
Alla presenza di Vittorio Gasparri (Pres. Consiglio Comunale), del Sindaco Vittorio Gabbanini e di Bruno Possenti (Presidente ANPI Provincia di Pisa) è stata scoperta l'iscrizione, benedetta dal parroco Don Francesco Zucchelli. Di seguito il testo dell'iscrizione, fissata su una pietra donata dal sig. Gino Tognetti:

Su questo colle, nella notte fino alla sera
del 23 luglio 1944, avvenne un feroce scontro tra
l'esercito americano e quello nazi-fascista per la
liberazione di San Miniato.
Determinante fu il contributo del movimento
partigiano a fianco degli alleati.

L'amministrazione comunale di San Miniato
pose questo cippo
24 luglio 2017

Il momento dello scoprimento
Foto di Francesco Fiumalbi

IL VIDEO
Di seguito il video della cerimonia:

Cerimonia di scoprimento dell'iscrizione
dedicata alla “Battaglia di Calenzano”
Video di Francesco Fiumalbi

LA BATTAGLIA DI CALENZANO – 23 LUGLIO 1944
Fu una battaglia “casuale”: uno scontro che non fu cercato dai due eserciti, ma che si fece inevitabile per le circostanze che si vennero a creare. La notte fra il 22 e il 23 luglio, una piccola formazione statunitense del 349° Reggimento Fanteria (88° Divisione, V Armata) si era staccata dalla colonna principale, impegnata in una serie di ricognizioni in vista dell'ingresso in San Miniato. L'obiettivo della Compagnia G era quello di aggirare la città da est, cercando di capire se c'erano le condizioni per entrare anche dalla parte dell'Ospedale. Tuttavia alcuni suoi elementi persero l'orientamento e si spinsero oltre: arrivarono fino a Calenzano dove si imbatterono in un battaglione del Panzergrenadierregiment 8. (3. Panzergrenadierdivision, XIV Armata tedesca) lì acquartierato. Lo scontro, a quel punto, non poté essere evitato.

Non fu un combattimento di grandissime proporzioni, ma nemmeno una semplice scaramuccia. Per questo motivo si parla di “battaglia”, in cui gli americani inflissero la sconfitta ai tedeschi che si trovavano in superiorità numerica: forti di oltre un centinaio di uomini, contarono diverse perdite e molti prigionieri. La formazione statunitense, invece, si componeva di 35 soldati e 4 ufficiali e alla fine della battaglia ebbe solamente 1 morto e due feriti. Come fu possibile un esito così netto? Certamente gli Alleati poterono beneficiare di una serie di condizioni fortunate – su tutte l'aver preso immediatamente una posizione estremamente favorevole all'interno della canonica – e poterono contare sul supporto dell'artiglieria, attivata una volta che si fece giorno. I tedeschi, invece, sebbene fossero in superiorità numerica e potessero far valere la potenza di fuoco di cannoni semoventi, furono colti alla sprovvista e non riuscirono ad organizzare le proprie azioni, che vennero vanificate e costarono la perdita di molti uomini e dunque la sconfitta.

Nel Diario del Canonico Francesco Maria Galli Angelini [San Miniato, 1882-1957] è presente un passaggio dedicato all'episodio in questione. Di seguito il testo [Archivio Accademia degli Euteleti, ed. Diario di un sacerdote, in  Antifascismo e Resistenza in Valdelsa, Miscellanea Storica della Valdelsa, nn. 189-197, LXXIV-LXXVI, 1968-1970, pp. 253-258: 257]

Battaglia di Calenzano 
I tedeschi in ritirata nella Valdelsa avevano ordine di incontrarsi a Calenzano, ove avevano invaso moltissime case, compresa la canonica ed anche la chiesa. Gli avamposti e pattuglie americane guidate da partigiani, giunsero a Calenzano nel pomeriggio del 22 luglio, fatte segno al fuoco di mitragliatrici e di moschetterie. Il comandante americano, giovane capitano di 27 anni, aiutato dai partigiani della brigata V, iniziò l'attacco, e, dopo una notte di aspra lotta, sotto il fuoco delle due artiglierie avversarie, con molti morti e feriti, combattendo di casa in casa, i tedeschi si ritirarono, lasciando molti prigionieri, oltre Ponte a Elsa. Il detto Capitano fu promosso Maggiore subito dopo la detta azione, che fu forse la maggiore avvenuta nel Sanminiatese.

In realtà le parole del Galli Angelini rivelano non poche contraddizioni: l'arrivo a Calenzano degli Alleati nel pomeriggio del 22 luglio e non alle prime ore della notte del 23, l'azione di "attacco" (alludendo a qualcosa di pianificato) che invece fu una strenua difesa determinata da circostanze fortuite, salvo poi trasformarsi in contrattacco, ma solo al mattino e dopo l'intervento dell'artiglieria. E poi il ruolo dei Partigiani che, secondo il Canonico, avrebbero guidato un piccolo reparto di Americani ad attaccare un intero battaglione tedesco... se fosse andata davvero in questi termini, sarebbe stata un'azione suicida. L'unica cosa che sembra essere corretta, è che la "battaglia di Calenzano" fu l'episodio di combattimento di maggior rilievo avvenuto nel territorio sanminiatese durante il passaggio del fronte della Seconda Guerra Mondiale.

In generale, nei mesi del passaggio del fronte bellico, le formazioni di Partigiani dettero supporto agli Alleati per la conoscenza del territorio, fornendo anche informazioni circa la presenza e l'organizzazione dei reparti tedeschi. Tuttavia, nello specifico dell'episodio della Battaglia di Calenzano, vista anche la natura “casuale” dello scontro, allo stato degli studi, scorrendo la storiografia specifica (proposta più avanti), contrariamente a quanto affermato dal Can. Galli Angelini, non è possibile attribuire loro alcun ruolo.

Un momento della cerimonia di scoprimento dell'iscrizione
Foto di Francesco Fiumalbi

UNA BATTAGLIA DECISIVA OPPURE NO?
Secondo il Colonnello statunitense Joseph B. Crawford, comandante del 349° Reggimento Fanteria dell'US Army, con l'occupazione alleata di San Miniato era stata infranta «l'ultima linea di resistenza nemica a sud del fiume Arno», grazie soprattutto al «combattimento decisivo sostenuto dalla compagnia G a Calenzano». [History of the 349th Infantry Regiment 88th Infantry Division, a cura della 88th Infantry Division Association Inc., Kensington, Maryland, 1973, pp. 16-21, la cui traduzione è proposta in C. Biscarini e G. Lastraioli, «Arno-Stellung». La quarantena degli Alleati davanti a Empoli (22 luglio – 2 settembre 1944), «Bullettino Storico Empolese», vol. IX, anni XXXII-XXXIV, Associazione Turistica Pro Empoli, Tip. Barbieri, Noccioli & C., Empoli, 1991, pp. 240-245].

Tuttavia, riprendendo le parole del Tenente William S. Halprin, secondo Giuliano Lastraioli e Claudio Biscarini gli statunitensi non si resero conto della portata del successo raggiunto a Calenzano: se gli americani avessero immediatamente operato un'avanzata verso nord-ovest a chiudere l'imbocco della Valdelsa, probabilmente la ritirata dell'esercito tedesco avrebbe assunto ben altri esiti. Insomma una “ghiotta” occasione perduta, che alla fine, sommata ad altre difficoltà organizzative e ai dissidi in seno all'US Army, determinò la situazione di stallo che si protrasse fino al 1 settembre 1944, quando gli Alleati riuscirono ad oltrepassare il fiume Arno. Un ritardo che ebbe non poche ripercussioni nel Medio Valdarno Inferiore, in tutta la zona empolese e nella Valdipesa. [C. Biscarini e G. Lastraioli, «Arno-Stellung». La quarantena degli Alleati davanti a Empoli (22 luglio – 2 settembre 1944), «Bullettino Storico Empolese», vol. IX, anni XXXII-XXXIV, Associazione Turistica Pro Empoli, Tip. Barbieri, Noccioli & C., Empoli, 1991, pp. 247-251].

Sta di fatto che dopo la battaglia di Calenzano i tedeschi aumentarono la velocità della propria ritirata, stabilizzandosi in pianura lungo la linea della ferrovia e poi su quella dell'Arno. San Miniato fu definitivamente abbandonata la sera del 23 luglio, quando venne fatta saltare la Torre di Federico II. Avendo campo libero, la mattina seguente le avanguardie statunitensi poterono giungere in città.

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Numerose informazioni circa la battaglia di Calenzano sono contenute nel “diario” della 88° Divisione della V Armata statunitense, proposti anche in San Miniato durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) Documenti e cronache, Amministrazione Comunale di San Miniato, Giardini Editori, Pisa, 1986, pp. 144-151, 156-163, 166-167, 170-179.
Vi sono anche alcune memorie, sia tedesche che americane, proposte e tradotte in C. Biscarini e G. Lastraioli, «Arno-Stellung». La quarantena degli Alleati davanti a Empoli (22 luglio – 2 settembre 1944), «Bullettino Storico Empolese», vol. IX, anni XXXII-XXXIV, Associazione Turistica Pro Empoli, Tip. Barbieri, Noccioli & C., Empoli, 1991, pp. 237-251.
Anche su Smartarc è presente il post di Claudio Biscarini: GLI STUG III DELLA PANZER ABTEILUNG 103 A CALENZANO DI SAN MINIATO, 23 LUGLIO 1944 - DI CLAUDIO BISCARINI
Per ulteriori notizie circa la situazione a Calenzano nei giorni successivi si veda L. Marrucci, Come tacevano le cicale in quella estate del 1944, Edizioni Orcio d'Oro, San Miniato, 1994, pp. 41-50.
F. M. Galli Angelini, Diario di un sacerdote, in Antifascismo e Resistenza in ValdelsaMiscellanea Storica della Valdelsa, nn. 189-197, LXXIV-LXXVI, 1968-1970, pp. 253-258: 257.

L'iscrizione dedicata alla Battaglia di Calenzano
Foto di Francesco Fiumalbi

L'iscrizione dedicata alla Battaglia di Calenzano
Foto di Francesco Fiumalbi

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