domenica 27 dicembre 2015

SAN MINIATO NELL'HISTORIA FIORENTINA DI DOMENICO BUONINSEGNI


a cura di Francesco Fiumalbi

L'AUTORE
Domenico Buoninsegni fu uno storico e cronista fiorentino nato intorno al 1384 e morto nel 1466, figlio di Leonardo di Domenico Buoninsegni e di Piera di Lapaccino del Toso. Di famiglia agiata, per le attività commerciali e manifatturiere, appartenne all'Arte della Lana. Partecipò attivamente alla vita politica della città di Firenze, ricoprendo varie cariche come la Signoria negli anni 1417, 1435, 1441, 1454, fece parte degli Otto di Guardia negli anni 1431, 1443, 1449 e nel 1456, fu Provveditore della Camera del Comune negli anni 1427, 1431 e 1440, oltre a vari numerosi altri uffici pubblici legati alla sfera fiscale.

L'OPERA
Domenico Buoninsegni fu autore della cosiddetta Historia Fiorentina. Si tratta di un'opera che, per buona parte, non è originale, basata cioè sulle informazioni contenute nelle altre “cronache” che circolavano in quegli anni, come quelle di Ricordano Malispini, Marchionne di Coppo Stefani, Giovanni Villani, Matteo Villani, Simone della Tosa, Donato Velluti, Leonardo Bruni e altri. I manoscritti più antichi della sua Historia sono conservati presso la Biblioteca Nazionale di Firenze nel Fondo Nazionale, n. II.4.41 (che probabilmente è l'originale) e nel Fondo Palatino nn. 467 e 504 (queste ultime copie autorizzate dal figlio Piero).
L'opera si compone di dieci libri, i primi otto dei quali furono dati alle stampe da Giorgio Marescotti nel 1581 anche se erroneamente attribuiti al figlio Piero. Gli ultimi due furono stampati da Giovan Battista Landini nel 1637 e trattano di episodi contemporanei rispetto alla vita di Domenico Buoninsegni.

Piero [Domenico] Buoninsegni, Historia Fiorentina,
appresso Giorgio Marescotti, Firenze, 1581
Frontespizio

LE NOTIZIE SANMINIATESI
Ricalcando un po' le informazioni contenute nelle altre cronache la prima notizia sanminiatese che incontriamo nella Historia del Buoninsegni è la presenza di un vicario imperiale a San Miniato nel 1113 [01]. Successivamente si passa alle vicende legate alle varie distruzioni e ricostruzioni del borgo di San Genesio [02] [03] [05] e all'intervento di Federico II per la costruzione della Rocca [04]. Ed ancora la partecipazione di contingenti armati sanminiatesi in vari episodi bellici, come la Battaglia di Montarrenti nel 1259 [06] o di Campaldino nel 1288 [09]. Ma anche episodi relativamente minori come la morte di Giovanni Visconti Giudice di Gallura a San Miniato nel 1274 [07], l'arrivo di un nuovo vicario imperiale nel 1281 [08], la ribellione del castello di Vignale nel 1291 [10]. Nel Trecento, oltre a trattare della rivolta magnatizia del 1308 [11], l'Historia si concentra sull'inasprimento delle relazioni tra Pisa e Firenze, che portò i Fiorentini a prendere in custodia la Rocca di San Miniato nel 1311 [12], e varie scorribande pisane sul territorio sanminiatese nel 1312 [13] in conseguenza dell'arrivo a Pisa dell'Imperatore che portò all'assedio di Firenze alla cui difesa intervennero anche i Sanminiatesi con un contingente armato [14]. Successivamente ci fu il convulso periodo contraddistinto dalle azioni belliche di Uguccione della Faggiola [15] [16] e di Castruccio Castracani [17] che portarono scompiglio, anche nel territorio sanminiatese, fino alla definitiva battaglia di Altopascio [18]. Al fianco di Firenze [19] San Miniato fece atto di sottomissione a Roberto d’Angiò nel 1326 [20] e coadiuvò Beltramone del Balzo e i Fiorentini durante la “cavalcata” nel contado pisano nel 1329 [21]. I Pisani, collegati alle genti di Mastino della Scala fecero irruzione nel territorio sanminiatese nel 1336 [22] e l’anno seguente i Fiorentini rimasero a guardia della rocca durante la controffensiva sul distretto lucchese [23]. I sanminiatesi, ormai stabilmente a fianco dei Fiorentini [24] andarono in aiuto dei medesimi durante la cacciata del Duca d’Atene nel 1343 [25], tanto che nel 1347 i “grandi” di San Miniato furono dichiarati “grandi” anche di Firenze [26]. Nel 1355 l'Imperatore Carlo IV di Lussemburgo fu a Pisa e i Sanminiatesi inviarono i propri ambasciatori [27]. Lo stesso sovrano, tornato da Roma dove era stato incoronato dal Papa, transitò da San Miniato pochi mesi dopo [28]. Poi una serie di nozie sparse: dopo una serie di vicissitudini, venne scoperto un tentativo di colpo di stato di Firenze presso Santa Gonda nel 1359 [29]; Aldobrandino Orsini dopo la presa di Peccioli giunge a San Miniato [30]; la morte del capitano dei Fiorentini presso San Miniato nel 1363 [31]; il transito di truppe Fiorentini sul territorio sanminiatese prima di irrompere nel contado pisano [32]; la presenza del Patriarca di Aquileia a San Miniato nel 1368 [33]. Si giunge all'assedio e presa di San Miniato da parte dei Fiorentini nel 1369-70 [34] [35] che portò a gravi conseguenze per la popolazione ed in particolare per i ribelli [36]. Da questo momento ebbero inizio una serie di tentativi di rivolta [37] [39] [40] [41] [47] oltre ad una serie di fatti contingenti, come la presa di Pisa e altri episodi bellici legati al Ducato di Milano [38] [42] [43] [44] [45] [46] [48].

REGESTO

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