martedì 8 dicembre 2015

S. MINIATO NELL'HISTORIA FIORENTINA DEL BUONINSEGNI 38/48


38 (1390) Scontri tra Fiorentini, Pisani e Senesi, anche sul territorio sanminiatese

«Il conte di virtù [Gian Galeazzo Visconti, n.d.r.] s'era molte volte doluto delle sue genti d'arme, che in diciotto mesi, che haveva havuto guerra co' Fiorentini mai non haveano abergato in su loro terreni, & le genti de' Fiorentini erano state quattro mesi nel cuore delle sue terre, & fattogli danni infiniti, & però comandò à M. Iacopo del Vermo [Jacopo dal Verme, n.d.r.], che dovesse cavalcare con le sue genti in su nostri terreni, & accozzassesi con le sue genti, che erano à Siena, & così fece, che subito con le genti ne venne à Serrezana [Sarzana, n.d.r.], & del mese di Settembre passarono Arno in quello di Pisa di consentimento de' Pisani, & accamporonsi fra Cascina, & l'Era, sovvenendogli i Pisani de' loro bisogni, & aspettavano le genti di Siena, le quali non ardivano à venire per timore di quelle de' Fiorentini, & però si partirono queste, & andarono insimo à Casoli [Casole d'Elsa, n.d.r.], & quivi s'accozzarono con loro quelle da Siena, & molti Sanesi, e Pisani, & del contado, tanto che furono à numero circa 3000 lance, & 5000 fanti, in questo tempo già M. Giovanni Aguto [John Howkwood, n.d.r.] era venuto da Bologna con le nostre genti in numero di 1200 lance, & 1000 fanti, & posatosi à S. Miniato, & i Bolognesi havevano mandato il loro capitano conte Giovanni da Barbiano con 600 lance, e 400 balestrieri, & così era venuto à lui M. Luigi di Capoua nostro capitano contro a' Sanesi con mille lanche, & 2000 fanti, & tutti erano adunati insieme sotto M. Giovanni Aguto sotto monte Topoli per resistere, & sentendo che i nimici erano iti à Casoli mandarono à Poggibonizi, Colle, e Staggia & perl paese, & stando sparti, & sentendo i nimici diliberarono pure d'entrare ne' terreni nostri, e così feciono à dì 17 di Settembre, & la sera si posarono in su l'Elsa fra Vico & Certaldo, danneggiando il paese, pure dalle nostre genti erano spesso morsecchiati, le quali s'accamparono loro presso à 3 miglia, & però di notte schierati si levarono i nimici, & giù pel fiume vennono tutto il dì insino à bocca d'Elsa in quello di S. Miniato, & i nostri gli seguivano continuamente danneggiandogli, & posoronsi fra Empoli & Puntormo, perché non potessino scorrere verso Firenze, l'altro dì le genti nimiche combatterono, & presono uno castelluccio in quello di S. Miniato detto Canneto, & à dì 20 si partirono, & passarono Arno verso Fucecchio, & la notte in quello di Pistoia al poggio à Caiano, & M. Giovanni Aguto ne venne in quello di Prato e à Tizzano presso loro à due miglia, & continuo gli cresceva gente, perché in pochi dì gli fu mandato da Firenze più di 10000 contadini, & intendendo questo M. Iacopo capitano del conte, che già vedea presi tutti i poggi, diliberò d'andare verso Lucca, & così à dì 24 di Settembre schierati, e stretti n'andarono verso Uzano, & per dietro guardia feciono M. Taddeo dal Vermo con millecinquecento lance, & i nostri s'apparecchiavano à combattere cedendo venissono verso Pistoia, ma inteso poi che fuggivano seguitarono loro dietro parte delle nostre genti mandate dal capitano, & giunsono la dietroguardia, e ruppongli, & tutti furono quasi fra morti e presi da' nostri, che pochi ne rifuggirono, à gli altri dipoi perseguitarono l'altra brigata più grossa, & anche gli ruppono, fu preso in queste battaglie di quelli del Conte più di dugento huomini d'arme in fra quali messer Taddeo dal Vermo, & Gentile da Camerino, & Vanni di Ser Jacopo da Piano, & quelle genti da pié furono molti Sanesi, & Pisani, & messer Giovanni Aguto veniva à dietro adagio, perché i nimici con aguato non potessono fare alcuno inganno, i quali nimici venuta la notte cavalcarono infino alle quattro hore, & infino a pié di monte Carlo in su la Nievola, di poi si partirono innanzi dì, & con grande prestezza passarono la città di Lucca, & da Lucchesi hebbono rinfrescamento, & l'altra notte n'andarono in val di Serchio fra Pisa & Lucca, & in quello luogo s'afforzarono da più parti, per paura di non essere offesi, le nostre genti la mattina n'andarono à monte Carlo credendoveli trovare, e inteso come n'erano iti in fuga, perché vi trovorono molti cavalli stracchi, & loro some, & bombarde, e trabacche lasciate, & anche loro attesono nelle terre vicine di Pescia, & di Valdinievole per due dì à rinfrescarsi, che n'havevano bisogno, dipoi n'andarono in quello di Lucca, e trovandogli afforzati per modo da non potere offendergli, ne vennono in quello di S. Miniato per aspettargli a' passi, se tutti ò parte tornassono verso Siena, dissesi che se il dì della rotta M. Giovanni fosse stato con l'altre nostre genti, che non ne campava testa, sentì assai dolore il conte di virtù come erano capitate le sue genti in quello di Firenze, & quanti n'era periti & mancati, nondimeno scrisse al suo capitano, che s'ingegnasse di posarsi in su la strada, perché non si potesse portare da Pisa à Firenze, ne grano, ne altre mercanzie, sperando con questa noia megliorare i patti della pace, che si praticava à Genova, & così fu fatto, che le sue genti passarono Arno, e posaronsi ne borghi di Cascina, havendo da Pisani ogni loro bisogni, & le nostre si posarono à piè di S. Miniato, & in questo tempo dette genti del conte assaltarono con molti ingegni il castello di Santa Maria à Monte, & ricevettonvi danni, e vergogna, & in furia si tornarono à Cascina, & lascioronvi scale, & molti altri edifici, che vi portatono per combattero [...]».


Piero [Domenico] Buoninsegni, Historia Fiorentina, appresso Giorgio Marescotti, Firenze, 1581, Libro Quarto, pp. 711-715.


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