sabato 9 marzo 2013

SAN MINIATO NELLA “CRONACA SENESE” DI AGNOLO DI TURA 07/21

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07 [anno 1314] I Pisani, guidati da Uguccione della Faggiuola, tentano di espandersi attraverso i contadi di Lucca e San Miniato. Roberto d'Angiò, Re di Napoli, già Capitano della Lega Guelfa, impone la pacificazione della Toscana. I Pisani, fra le altre cose, accettano di restituire i territori conquistati a Lucca e a San Miniato.


[…] Li Pisani assediaro el castello d'Avena per cagione di certi omini sergenti che furo presi e notificorno come essa tera non era fornita per due mesi, e per questo li Pisani v'andoro a canpo di genaio passato e derovi una battagl[i]a e presero el primo giro, e poi lo lassaro per lo megl[i]o; e poi per assediarlo megl[i]o fero alquante bastie nel piano e nel monte, e di sopra al castello, e un'altra nella valle, e un'altra di qua dal Serchio: e fero fare sul Serchio uno ponte di piatte e ine stero 24 dì a canpo e fuvi di molte piove e di grandi ghiacci e nievi e molto loto e grande vernata, per modo che li nimici non ebero ardire di fare battagl[i]a co' li Pisani; a la fine li Pisani l'ebero per fame.
E doppo questo li Pisani cavalcoro sul tereno di Saminiato, arsero il borgo di Stibbio e altre terre, e fero gran danno, e per la piova non vi si fermaro; e poi cavalcoro a Massa di Marema in fino a le mura e presero Canpestro e sconfissero molti Massetani in canpo, e questo fu tutto del mese di febraio.
Re Ruberto avendo ordinato la pace di Toscana e tutti l'inbasciadori di Toscana erano a Napoli a la detta cagione, e così li detti anbasciadori fermaro pace, [ne] la qual pace furo fatti molti capitoli e massime fra le tere di Toscana, de' quali nararemo alquanti.
El primo capitolo di detta pace fu fra re Ruberto e' Pisani, e così promisse lo 'nbasciadore di Pisa che li Pisani ratificarebero. El detto anbasciadore di Pisa si chiamò Banduccio Buonconti cittadino Pisano; in questo modo che li Pisani, o alcuno di loro, non portarebe nell'isola di Cicilia vettovaglia, né legname, né ferro, né d'inde cavare grano, né dare aiuto, né favore all'isola di Cicilia, né ricettare alcuno nimico, né ribello di detto re Ruberto; e che ogni volta el detto re facesse guera a Cicilia, che li Pisani sieno tenuti di dare 8 galee armate in mare a le spese de' Pisani per 3 mesi, overo 40 mila fiorini d'oro.
La decta pace fu sanza saputa d'Uguccione. Item, Fiorentini sieno franchi d'ogni cabella e non se lo' potesse fare alcuna ripresagl[i]a in Pisa.
Item, a' Luchesi, lo' fusse rendute le loro tere, e così li Luchesi rendessero quelle che teneano de' Pisani, e così Saminiato, e che tornino in Pisa li loro usciti, e così in Lucha.
E li Pisani sieno liberi e quieti di cabelle e maletolte da Firenze, Siena, Lucha, Massa, Volterra, Sangimignano, Saminiato e Città di Castello, e così i detti comuni sieno liberi e quieti di cabelle e maletolte nel contado loro. […]

Cronaca Senese attribuita ad Agnolo di Tura del Grasso detta la Cronaca Maggiore, in Lisini Alessandro e Iacometti Fabio (a cura di), Cronache Senesi, in Rerum Italicarum Scriptores, Tomo XV, parte VI-A, Nicola Zanichelli, Bologna, 1939, pp. 340-341.

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