lunedì 3 dicembre 2012

MARCHIONNE DI COPPO STEFANI 02/27

02 - RUBRICA n. 82 - Come ed in che modo li Guelfi cacciati di Firenze in prima volta. [anni 1240-1248 circa]


Come aviamo adrieto detto della prima creazione in Firenze de' Guelfi e Ghibellini, e quali casate presono le parti, li quali nomi sono stati guastamento della cristianità, e spezialmente è stata ed è, e voglia Iddio manchi in Firenze, comecchè ancora non ne veggio segno; strando tra le parti e sètte maledette Firenze in tribolazioni, ed ancora aggiunta parte fare gran fuoco di legne tante, che non è sì grande che non ve ne avanzi per santa Chiesa, ovvero diciamo co' Pastori; Federigo sentendosi iscomunicare e privare da papa Innocenzio, lo quale per paura s'era ito a Lione sopra il Rodano per la forza che Federigo gli avea fatta, e quasi della Chiesa erano pochi che la favoreggiassono; ma più per parte e sètte prese d'uficj, che per Papa o Imperatore s'erano gli animi de' Fiorentini appresi, ed erano a tanto venuto che il nome delle loro sètte in Firenze non era nominato, se non parte di Chiesa e parte d'Imperio, e che parea che tutti i Ghibellini si tenessono collo Imperatore e i Guelfi colla Chiesa. Di che per questa cagione erano savii di parte d'Imperio ristretti in S. Piero Scheraggio, e ragunati insiemi ebbero consiglio, che se la boce si spandesse in Firenze si dicesse: "Viva la Parte della Chiesa", e quegli dicessono: "Viva quella dello Imperadore", non era onore di dire contra la Chiesa, ma dire: "Viva lo Imperadore e parte ghibellina", era uno nuovo mescuglio accompagnare di nulla il nome d' Imperio, ma che lo Imperio s'opponea a' Pastori, e quegli quasi per tutto il mondo che erano Ghibellini teneano coll'imperio, si dilibero si dicesse: " Viva' Parte Ghibellina", e cosi si fermò; e perchè lo Imperio era loro signore, presono Tarme; e i Guelfi presono il nome de' Guelfi. Qui si fu di grandi battaglie ed aspre, imperocchè Buondelmonti che prima erano in concordia con gli Uberti a' fatti della città e a parte ghibellina, per la morte di messer Buondalmonte furono Guelfi e molto principali si feciono, ed in ogni sesto era chi capo d'una parte e chi d'un'altra; e cosi tutto 'l dì si faceano battaglie e badalucchi e torri con isteccati e serragli armati si combatteano, chè avea Firenze torri assai.
Ma i Guelfi in questo tempo erano molto abbandonati, perocchè lo Imperadore era in Toscana e in Sanminiato del Tedesco, e per volersi assicurare mando per tutta la Toscana, che volea le terre a pacificare le parti, e questo facea con malizia, perocchè se avesse detto di volere gli staggi che volle guelfi, non gli avrebbe avuti, ma disse di pacificare, e volle staggi guelfi e ghibellini, e cosi ebbe; e quando ebbe quegli da Firenze, ritenne i guelfi d'ogni luogo e lascio i ghibellini e con loro compuose che conciofossecosacchè i Guelfi erano suoi nimici, che s'ingegnassono di cacciarli d'ogni terra, ed esso darebbe lo suo favore loro quando l'addimandassono. Gli staggi furono nobili e possenti, perocchè s'egli gli' avesse lasciati nella città, quasi tutto il Popolo avrebbe seguito i Guelfi, considerando che teneano la parte della Chiesa. Tornati i Guelfi, che ne lascio alcuni e (insieme a) tutti i Ghibellini, in Firenze vidono (i Guelfi) essere abbandonati dallo Imperadore e dalla Chiesa, ch'era quasi schiacciata da chiunque favellava e la Chiesa iscacciata, e itosi il Pastore a Lione sopra 'l Rodano, pensaronsi di tenersi coll'arme e di provare loro ventura, ed ogni dì combatteano co' Ghibellini in ogni sesto. Veggendo i Ghibellini quasi perdere di dì in dì, ricorsono allo Imperadore, il quale mandò loro il figliuolo, il quale avea nome Federigo, comeché fusse naturale, con mille cinquecento cavalieri e pedoni cinquecento, i quali entrarono nella città coll'aiuto de' Ghibellini a' di 30 di gennaio il di di Domenica negli anni di Cristo 1248. Li I Ghibellini feciono capo grosso a casa gli Uberti, e poca gente rimase agli altri sesti. Poi , cominciorono co' forestieri a ire al sesto di S. Piero a casa i Bagnesi, e quivi li ruppono e poi di sesto in sesto di di in di per modo che lo mercoledl notte vegnente, ciofe a' di 2 di febbraio, i Guelfi se ne andarono chi nel Valdarno di sopra e chi in Valdarno di sotto.

Niccolò Rodolico (a cura di), Cronaca Fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani, Rerum Italicarum Scriptores, Tomo XXX, Città di Castello, 1903, pp. 34-35.

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