lunedì 12 novembre 2012

SAN MINIATO NE "LE CRONICHE" DI SERCAMBI 38/41

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DCXLVIII. Come i Bianchi di Lucha caminarono a Saminiato. [anno 1399]

Angelo Ardinghi, disegno tratto dall'originale
del Sercambi, conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, p. 364.
Pubblicazione ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.

Lo sexto di, cioè a dì .XXVIII. ogosto, li dicti Bianchi si partirono dal dicto chastello, dieta la messa e la predicha, e andònno a Santa Maria a Ceuli, e quine facto l' offerta e riposati alquanto, faccendo processione, chaminarono verso Sanminiato, et entrati dentro, essendo al mezzo della terra là u' dimora il vicario, essendo quine vicario per lo comune di Firenza Antonio da Uzzano, il quale Antonio fé' comandamento expresso a' dicti Lucchesi bianchi che neuno ne rimanesse ad albergo dentro socto grieve pena, il quale comandamento fue sentito per li terrieri di Samminiato. E i Bianchi, vizitato la chieza di Santo Francesco e dando volta arieto, tali terrieri avuto licentia dal vicario che la brigata si potesse allogiare dentro; e questo facto noto a chapi, diliberato fu uscire della terra e dentro non rimanere. E non è però da meraviglarsi se il dicto vicario fé' comandamento a' dicti Bianchi luchesi, che mai quella chasa non fu amicha del comune di Luccha. E però i dicti Bianchi non volsero dentro rimanere, acciò che le menti de' terrieri di Saminiato rimanessero alquanto sospese, e anco perchè non era là 'ntentione di rimanere, posto che tal comandamento non fusse stato facto; e ben che non si rimanesse dentro, per contemplatione de' terrieri, lo vicario fé' tenere la porta aperta gran pessa di nocte, acciò che le persone si potessero fornire. E cosi si steo tucta quella nocte di fuori di Saminiato.
La mactina, cioè a dì .XXVIIII. ogosto, udito la messa si partirono i Bianchi da Saminiato e chaminòrno da Ficiecchio a Santa †, e quine si vidde la beata Christiana. E sentendo i dicti Bianchi che quine era una guerra mortale, la quale si tirava dirictro tucto quel paeze, fu il principale costrecto al crocifisso, al quale promise lo dì seguente essere a Chastelfranco, là u' erano suoi adherenti e simile suoi nimica, e quine far tucto ciò che 'l crocifisso li mectesse in nel chuore. E avuto tale promissione lo crocifisso fu portato a Chastelfranco e ugnuno seguìo la processione, e quine fu ognuno ben ricevuto et honorato.
La mactita, cioè a dì .XXX. in sabato, udito la messa e la predica, e non venendo tale che promesso avea, e i principali nimici di Chastelfranco nascondendosi e chiuse le chase, fu diliberato che il crocifisso fusse portato alle chase di tali, e quine gridando misericordia tre volte et pacie con l' oratione, e facto questo, dirissato il crocifisso verso Santa Maria a Monte per seguire lo camino, il crocifisso riaumilò le menti de' discordanti, che quello da Santa † venne e im prezensa del crocifisso e de' dicti Bianchi e simile im prezenza de' podestà e officiali di Saminiato, Santa †, Chastelfrancho, rendeo buona e ferma pacie e perdono. Ma perchè quine non erano tucti li suoi parenti e aderenti, perche erano iti co' Bianchi, promisse al crocifisso & a tucti quelli officiali, che, tornati, si farènno le carti della pacie.

Come il crocifisso rendeo l' udire e la favella a imo sordo e mutolo.

E fcosì quel paese rimase contento, e prima che uscissero del chastello, il crocifisso dimostrò miracolo che uno che non parlava nò udìa, devotamente inginochiandosi con dire i Bianchi  misericordia e pacie e l'oratione, e tale abracciando il crocifisso tre volte, prima che si partisse disse più volte: pacie, pacie, pacie, signore Idio, & parlò et udiva tucto ciò che a lui si dicea.
Come una spiritata rimase di buona memoria. E simile una spiritata, abracciando il crocifisso, rimase di tanta buona memoria che non parca avesse mai avuto spirito adosso, racomandandosi devotameute al crocifisso. E così chaminando, la sera giunse lo crocifisso e la brigata a Vico Pisano,
là u' fimo ben ricevuti, spectando quine di far pacie tra la valle di Chalci & quelli di Còmpoto e di Vorno.

[omissis]

Salvatore Bongi (a cura di), Le Croniche di Giovanni Sercambi, Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 363-365.

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